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Accesso al credito giovani terreni

Assunto che la dimensione preponderante per lo sviluppo delle aziende agricole, specialmente se condotte da giovani, si leghi alla disponibilità di terreno da coltivare in proprietà, piuttosto che in affitto, è evidente come l’accesso al credito diventi la questione dirimente per intraprendere un corretto sentiero di marcia.

Le problematiche, note da tempo, partono dalla disponibilità di capitale di debito da rifondare poi al prestatore con tempi e modalità gestibili. Ovvero medio lungo termine per abbattere l’importo delle rate di rimborso e possibilità di avviare il rimborso in quota capitale dopo un periodo di pre ammortamento nel quale si tenga della ridotta dimensione dei flussi economici dell’attività primaria.

Dal lato delle Banche per erogare credito ad aziende agricole che intraprendono l’investimento per acquisto terreni è necessario analizzare e quindi decidere rispetto ad un processo di valutazione del cosiddetto merito creditizio. Legato a solidità patrimoniale, presenza di flussi economici ottimali, presenza e valutazione positiva di una storia di pagamenti e scadenze presidiati con correttezza e puntualità.

Dal lato dell’agricoltore, del cliente Banca, quindi è necessario, oltre ottemperare ai comportamenti di cui sopra, creare un business plan dettagliato, nel quale dare evidenza di come strutturare l’investimento, cosa si vuole fare, dove si vuole arrivare. Superando principalmente l’incertezza di come onorare il piano di ammortamento. Per essere credibili è necessario puntualizzare le entrare, stabilire verifiche e dare continuità all’iniziative imprenditoriale con numeri dettagliati, compreso il presidio garantistico da offrire.

Se tutto questo è fatto, con un dialogo continuo, allora si giungerà sicuramente ad un progetto di investimento fattibile, che supererà le divergenze fra domanda e offerta di credito verso un ottimizzazione.

A questo punto è necessario però entrare nel dettaglio delle forme tecniche e della loro sostenibilità ponendosi il problema di quale offerta è veramente sostenibile e quale domanda è realmente accettabile.

E’ evidente che il ritorno il ripristino del capitale prestato si muove su logiche del tutto specifiche per il settore agricolo. La produttività del terreno ha dei limiti intrinseci che, seppur differenti da impianto ad impianto, sono comunque forieri di ricavi economici di modesta entità. Specialmente in fase di primi anni di impianto i ritorni non sono nemmeno certi e garantiti.

A sua volta la propensione delle Banche ad impegnarsi sul lungo termine è sempre più scarsa, legata alle prescrizioni normative ed alla strategia commerciale che privilegia, data la sempre più scarsa marginalità, il breve termine.

Quindi si interviene con garanzie forti, a mitigazione del rischio (ipoteca o pegno), proprio per cercare di aumentare il perimetro fiduciario a favore di una durata più lunga del finanziamento. Visto che il ritorno è appunto lento.

Ecco la dinamica ed ecco le sue debolezze. Molto chiaramente se da un lato le Banche non hanno appetito al rischio sul lungo termine, dall’altro le aziende agricole, il lato della domanda di credito, possono contare su una marginalità contenuta che non serve il debito assunto in modo ottimale.

Storicamente il settore pubblico ha quindi supportato con garanzie reali, forme di finanziamento fiduciario a medio lungo termine e interventi sul capitale di rischio, con contributi a fondo perduto, l’approccio al credito agrario. Contraddistinguendolo come un credito basato su finanza sussidiaria.

Una scelta politica comune a tutto il mondo, proprio perché adeguata a sostenere dal lato fiduciario a quello dei flussi commerciali, iniziative che di per se hanno necessità di aiuto. Per come è strutturato il mercato finanziario e per le regole che devono essere rispettate circa il presidio del rischio.

Ci troviamo in conclusione di fronte a capitali che rientrano con lentezza, regole che inibiscono la possibilità di operare a lungo termine, mitigazione di questi aspetti con interventi pubblici. Questa è la realtà di un mondo agricolo che forse avrebbe necessità di una riforma serie e puntuale in ambito creditizio. Riforma che si deve basare imprescindibilmente sulla consapevolezza che questo stesso mondo è e sarà un vero e concreto ambito di sviluppo del paese.

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